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Esce la Guida dell’Espresso 2010. Il meglio dei rossi e dei bianchi italiani. Molte conferme (il Piemonte) e qualche novità (l’exploit della Toscana)…
Il vino italiano è sempre più buono. Buono di tante diverse bontà quante sono le nostre regioni e i nostri vitigni secondo il quadro molto positivo disegnato dalla guida “I vini d’Italia dell’Espresso 2010”, da oggi in edicola e in libreria. “Mai come quest’anno abbiamo degustato tanti vini di qualità – spiega Ernesto Gentili che ne è, con Fabio Rizzari, il curatore – tant’è che sono 2520 le aziende che vi compaiono, quasi mille in più della prima edizione. E sono 214 quelle con un voto di almeno 18/20, insomma l’élite della bottiglia”. Un’élite in cui sono presenti tutte le regioni, anche se a guidarle è ancora il Piemonte, sia tra i rossi (in particolare con il Barolo Monprivato Cà Morissio 2001 di Giuseppe Mascarello, unico vino a raggiungere i 19,5/20), che tra i bianchi con il Langhe Herzu 2007 di Germano (18,5), affiancato dal Fiano di Avellino 2008 Colli di Lapio e dal Gewurztraminer altoatesino Atagis 2008 Loacker Schwarhof. Seguono la Toscana, il Trentino-Alto Adige, la Campania. “In realtà la ricchezza dei vini italiani è la loro diversità – spiega Gentili – anche gli stranieri iniziano ad apprezzarla. Per questo abbiamo privilegiato quei vini che hanno qualcosa da raccontare, di cui si riconosca da dove vengono”. Così tra i grandi ci sono anche per la prima volta, due Lambrusco, dei Primitivo pugliesi, i Nero d’Avola “non più solo di stile internazionale”. Vini in genere di piccoli produttori e in cui equilibrio e freschezza vincono sull’alcool e la concentrazione. “Senza pregiudizi però – continua Gentili – in Toscana al vertice sono due cabernet, vitigno internazionale per eccellenza”. Sono 14 le aziende che ottengono le tre stelle (che premiano la costanza nella qualità) con due nuovi ingressi: la trentina Ferrari e la lombarda Cà del Bosco, i due re delle bollicine. La guida (diretta da Enzo Vizzari e che sarà presentata giovedì alla Stazione Leopolda di Firenze) è anche un manuale per il bevitore intelligente con una ricca introduzione ai segreti del mondo del vino. Ed è molto attenta al rapporto qualità-prezzo: “Oggi si può bere bene con bottiglie a 4-6 euro, ma il rischio è che la crisi colpisca proprio questa fascia – conclude Gentili – e costringa i produttori ad abbassare la qualità: il crollo del prezzo delle uve infatti penalizza soprattutto i vignaioli, senza avvantaggiare i consumatori”.
Autore: Marco Trabocco
fonte La Repubblica