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Pianta erbacea, alta fino a 80 cm, bienne con radice ingrossata, carnosa, bianca e fusiforme e cauli tutti fioriferi, eretti o ascendenti, un po’ angolosi. Le foglie basali in rosetta, che si sviluppano alla fine dell’autunno o in primavera, sono oblunghe-obovate con limbo verde chiaro, ondulato e con margine denticolato che si attenua in un picciolo.Dalla primavera inoltrata, con lo sviluppo dello scapo fiorale, si formano le foglie superiori lanceolate o lineari, alterne e rade, sessili. Fiori azzurri, raramente bianchi, in pannocchia stretta, racemiformi, terminale, a rami pluriflori, brevi, eretto appressati, ed i laterali muniti alla base, o poco più sopra, di due bratteole. In cucina del raperonzolo si possono utilizzare sia i getti primaverili che le foglie per confezionare eccellenti insalate, ma quello che più stimano gli intenditori sono le radici, simili a quelle della rapa, ma purtroppo assai più piccole. Esse si consumano preferibilmente fresche dopo averle pulite e condite con un filo d’olio e una presa di sale. Le radici carnose del raperonzolo sono usate come ortaggio per il sapore dolciastro e gradevole per il contenuto di inulina. Non contengono amido. Le radici sono usate anche crude in insalata e le sue foglie basali arricchiscono col loro sapore amarognolo ma gradevole, in miscuglio con altre erbe, le insalate, le zuppe, le minestre e le torte. E’ pianta commestibile ed assai ricercata. MINESTRA con RAPERONZOLO
RISOTTO con raperozolo |
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