Un frutto dimenticato: la giuggiola

http://www.diggita.it/modules/auto_thumb/2015/10/12/1495525_proprieta-benefici-giuggiole-660x330_thumb_big.jpgMolti cibi,  nel tempo, sono stati abbandonati, venivano usati comunemente ogni giorno sulle tavole di contadini. Con il tempo sono scomparsi  per lasciare spazio a prodotti piu’ facili e meno costosi da riprodurre durante tutto l’anno. Di questa famiglia di dimenticati fanno parte le giuggiole.

Il giuggiolo, il cui nome scientifico è Ziziphus zizyphus, è una pianta appartenente alla famiglia delle rhamnaceae ed è originaria della Siria. Venne introdotto in Cina e in India, dove viene coltivato da oltre 4000 anni. In Italia venne importato dai Romani.

Se colto quando non ancora maturo (ossia quando presenta un colore verde uniforme), il frutto del giuggiolo, la giuggiola, ha un sapore non dissimile da quello di una mela. Con il procedere della maturazione tuttavia, il colore si scurisce, la superficie si fa rugosa e il sapore diviene via via più dolce, fino ad assomigliare a quello di un dattero. Le giuggiole si consumano sia fresche, appena colte dall’albero, sia quando sono leggermente raggrinzite. C’è un solo nocciolo all’interno del frutto, simile a quello di un’oliva, che nella cucina persiana è noto come annab. Secondo gli scritti di Erodoto, le giuggiole potevano essere usate, dopo aver fermentato, per produrre un vino, le cui più antiche preparazioni risalgono a Egizi e Fenici

Esistono diverse specie e quelle piu’ diffuse nel nostro Paese sono la zizyphus sativa e la zizyphus jujuba. Il giuggiolo è una pianta alta fra i 5 e i 12 metri e presenta rami irregolari e spinosi. I suoi frutti assomigliano a prima vista alle olive e sono di colore bruno. Essi a maturita’ presentano una polpa soda e compatta, di colore verde chiaro, e ricordano le mele. La dolcezza del loro sapore aumenta con la maturazione. Le giuggiole si raccolgono da settembre a ottobre.

Purtroppo è ben difficile procurarsi le giuggiole perché vengono coltivate in ambito familiare e comunque in zone molto ristrette. Il paese in cui questi magnifici alberi sono ancora presenti in abbondanza è Arquà Petrarca, borgo medievale sito in provincia di Padova, nei Colli Euganei e noto perché scelto dal poeta Francesco Petrarca come luogo in cui trascorrere gli ultimi anni della sua vita, fino alla morte avvenuta nel 1374.

La Giuggiola dei Colli Euganei è inserita nell’Elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Ad Arquà Petrarca esiste ancora una festa completamente dedicata alle giuggiole che quest’anno sarà alla sua XXVIII edizione ufficiale e si svolgerà la prima e la seconda domenica di ottobre (5-12 ottobre 2008).
Molto famoso è il liquore chiamato “brodo di giuggiole”. Il suo sapore è così dolce e buono da dare vita al modo di dire “essere in un brodo di giuggiole” che vuol dire essere felice e appagato. Questa espressione venne riportata già nel 1612 nel Vocabolario degli accademici della Crusca e il suo significato era inteso come “godere di molto di chicchessia”.

Il loro uso è vario e molteplice: le giuggiole, oltre che essere consumate al naturale, sia fresche di raccolta che seccate, possono essere usate per preparare marmellate, sciroppi, confetture, gelatine, canditi, dolci, bevande alcoliche e liquorose. Il loro valore, oltre a quello alimentare, è anche di origine medica: esse contengono sali minerali e soprattutto molta vitamina C e, grazie alle loro proprietà lenitive ed antinfiammatorie, le giuggiole vengono utilizzate per la preparazione di decotti espettoranti ed emollienti, tanto che un tempo venivano adoperate per infusi contro la tosse.

Inoltre, erano considerate, insieme a fichi, datteri e uva sultanina, uno dei quattro frutti pettorali, usati dai guaritori islamici per la preparazione di un decotto fatto bollire fino all’ottenimento di uno sciroppo denso e molto dolce da bere, toccasana per le vie respiratorie infiammate da raffreddamenti ed infezioni. La sua polpa viene impiegata anche in cosmesi per la preparazione di creme per il viso emollienti ed idratanti.
 

Marmellata di giuggiole
Ingredienti:
1 kg di giuggiole
zucchero q.b.
Pulite le giuggiole e tagliatele a pezzi. Mettete la polpa in un tegamino fate cuocere con 1 dito di acqua. Appena pronto, passate il composto al setaccio, pesatelo, rimettetelo nel tegamino e aggiungete la stessa quantità di zucchero. A fuoco basso, fate cuocere mescolando sovente. Appena il composto sarà pronto, versatelo ancora caldo nei vasetti di vetro che avrete già fatto bollire per la sterilizzazione, tappateli e capovolgeteli fino a che si saranno raffreddati. Conservate in luogo fresco e asciutto.

Brodo di giuggiole
Ingredienti:
1 kg di giuggiole mature e passite
400 gr di zucchero
1 kg di uva bianca
2 bicchieri di vino bianco
3 mele cotogne
scorza grattugiata di 1/2 limone, di 1/2 arancia e 1/2 mandarino
acqua q.b.
In un tegame mettete le giuggiole pulite e private di buccia e nocciolo, acqua a coprire, l’uva pulita privata di buccia e semi, le mele tagliate a pezzettini e private della buccia, lo zucchero e il vino. Cuocete per circa 1 ora a fuoco dolce, mescolando sovente. Aggiungete la scorza di agrumi. Fate cuocere fino ad ottenere un composto simile allo sciroppo. Filtrate con un colino, mettete il composto nelle bottiglie tappandole ermeticamente che lascerete al fresco ed al buio per un mese prima di servire.

 

 

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