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Dal 21 al 23 novembre, a Vallo della Lucania, si inaugurerà il 1° Salone internazionale della dieta mediterranea, culla dello stile di vita mediterraneo.
L’evento, ideato dalla piattaforma Cilento Incoming, è inoltre organizzato in sinergia con: l’Ept di Salerno, la Regione Campania (Assessorato al turismo), Unioncamere Campania e il Comune di Vallo della Lucania. Partner della kermesse è l’associazione “Ancel Keys per la dieta mediterranea: alimentazione e stili di vita”. Si tratta di un modello nutrizionale, ispirato ai modelli alimentari tradizionali di tre paesi europei e uno africano del bacino del mediterraneo ( Italia, Grecia, Spagna e Marocco).
Nel 2007 questi quattro Paesi chiesero all’UNESCO di iscrivere la Dieta mediterranea nella Lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità. In primis l’UNESCO bocciò la richiesta presentata dalla Spagna, ma nel maggio 2008 l’Italia ripropose la candidatura, sotto il coordinamento della task force UNESCO del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, supportata dagli altri partner. Il 16 novembre 2010 a Nairobi, in Kenya, l’Unesco ha iscritto la Dieta Mediterranea nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Umanità, riconoscendo tale patrimonio appartenere a Italia, Marocco, Grecia e Spagna.
Nel novembre 2013 tale riconoscimento è stato esteso a Cipro, Croazia, e Portogallo. Questo modello nutrizionale, caro ai nostri territori meridionali, fu abbandonato nel periodo del boom economico degli anni Sessanta e Settanta, perché ritenuto troppo povero e poco attraente rispetto ad altri modelli alimentari afferenti all’America, ma poi la dieta mediterranea cominciò a riconquistare l’interesse dei consumatori in quanto modello top nutrizionale e specie dopo gli anni Novanta si è diffuso a macchia d’olio in alcuni paesi americani come l’Argentina, l’Uruguay, alcune zone degli Stati Uniti d’America e in Australia.
Il primo a intuire la connessione tra alimentazione e malattie del ricambio, quali diabete, bulimia, obesità, fu il medico nutrizionista italiano, Lorenzo Piroddi, considerato il “padre” della dieta mediterranea e qualche anno dopo lo scienziato americano Ancel Keys che si fece promotore dell’ampio programma di ricerca noto come “Seven Countries Study”. Keys aveva notato una bassissima incidenza di malattie delle coronarie presso gli abitanti di Nicotera (nella provincia di Vibo Valentia) e dell’isola di Creta, nonostante l’elevato consumo dei grassi vegetali forniti dall’olio d’oliva e avanzò l’ipotesi che ciò fosse da attribuire al tipo di alimentazione caratteristico di quell’area geografica. In seguito a questa osservazione prese l’avvio la famosa ricerca, basata sul confronto dei regimi alimentari di 12.000 persone, di età compresa tra 40 e 59 anni, sparse in sette Paesi del mondo (Finlandia, Giappone, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Stati Uniti e Jugoslavia).
I risultati dell’indagine non lasciarono dubbi: la mortalità per infarto è molto più bassa presso le popolazioni mediterranee rispetto a Paesi, come la Finlandia, dove la dieta è ricca di grassi saturi (burro, strutto, latte e suoi derivati, carni rosse). Si parlerà dei benefici effetti della dieta mediterranea a Vallo della Lucania in occasione del convegno internazionale dove interverranno esperti del settore sulle conoscenze, pratiche e tradizioni dei prodotti alimentari che, prima di approdare in tavola, passano per colture, raccolti e metodologie di conservazione, trasformazione e cotture particolari. In particolare la giornata del 22 novembre accoglierà un workshop con incontri B2B tra buyers italiani ed esteri e sellers italiani. Sarà un momento di confronto sulle dinamiche del mercato dedicato al turismo enogastronomico e non solo (Cilento Incoming è a disposizione per fornire informazioni sull’iscrizione alla giornata).
Verranno allestite aree espositive dedicate, in cui sono previsti show-cooking, che vedranno protagonisti gli allievi degli istituti alberghieri insieme alle aziende gastronomiche e turistiche locali; in contemporanea, la Sala Convegni sarà sede di simposi e congressi tecnico-scientifici. Non mancheranno, naturalmente, momenti degustativi in cui assaporare pietanze dalle decantate doti nutritive: sia quelle legate alle tradizioni cilentane che ai piatti originari dei Paesi legati al Bacino. Spazio, dunque, a ricette povere tipiche di una cucina in cui nulla veniva sprecato, e soprattutto alla cucina del mare cilentano che non ha mai disdegnato la carne delle colline. Verrà inoltre predisposta una fucina del pane in cui poter apprendere tutti i “segreti” sulla produzione del lievito madre per preparare pane e pasta in maniera del tutto naturale. A Vallo della Lucania si potrà dunque approfondire e analizzare i benefici aspetti del patrimonio gastronomico comune a tutti i popoli del bacino del Mediterraneo.
Le degustazioni saranno curate dagli studenti degli istituti alberghieri di: Sapri, Battipaglia, S.Arsenio, Gromola, Castelnuovo, Contursi, con la partecipazione inoltre delle scuole provenienti da Marocco, Spagna e Grecia. I buyers incontreranno circa 150 sellers nel corso di incontri “liberi” che favoriranno la diffusione di alimenti prodotti all’insegna del “mangiar sano”, nel solco del tema prescelto per l’Expo2015, “Nutrire il pianeta”, nel cui ambito la nostra Dieta mediterranea potrà rivendicare un ruolo di primaria importanza.
A proposito dell’evento tanto atteso a Milano, sarà la Sicilia a guidare il Cluster Bio-Mediterraneo, una vasta area dedicata interamente al tema della biodiversità e quindi alla Dieta Mediterranea, che accomunerà 12 Paesi.
Oltre ai padiglioni riservati ai singoli Paesi partecipanti, l’Esposizione Universale prevede infatti anche nove spazi, denominati “Cluster”, dedicati alle filiere alimentari. I Cluster saranno dedicati ad “Agricoltura e nutrizione nelle zone aride”, “Isole, mare e nutrizione”, “Riso”, “Cacao”, “Caffè”, “Frutta e legumi”, “Cereali e tuberi”, “Spezie” e “Bio-Mediterraneo”. Faranno parte di quest’ultimo cluster anche: Albania, Algeria, Croazia, Egitto, Grecia, Libano, Libia, Malta, Montenegro, San Marino, Serbia e Tunisia. Sempre nell’area comune sarà installato un maxischermo per la comunicazione e per l’intrattenimento dei visitatori, ma anche per lanciare collegamenti satellitari con le più belle località del Mediterraneo.
Quattro saranno le mostre tematiche: “Lungo le rotte dei Fenici”, cioè i popoli da cui prende origine la tradizione della dieta mediterranea; “Il viaggio di Ulisse”, un viaggio sulle scie dell’eroe omerico tra le produzioni agricole dei vari paesi; “Il grano, il pesce, il vino e l’olio”, un itinerario per scoprire in che modo sono stati declinati questi alimenti nelle varie etnie; “Le ceramiche mediterranee”, tradizione secolare in cui quella siciliana occupa un posto di rilievo. La figura della donna avrà poi un ruolo centrale all’Expo 2015, nell’occasione ogni Paese indicherà una sua madrina, per trasmettere, attraverso le generazioni, le tradizioni della dieta mediterranea, le tecniche di conservazione alimentare, partecipando anche alla produzione agricola.