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Aumenta la quantità di pollini in atmosfera e, per esempio, a Roma anche di 7 volte passando da 3.000 a 21.000 e solo per un tipo di pianta. Questo quanto emerso dal convegno organizzato da Aia (Associazione italiana di aerobiologia), Federasma onlus ed Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Per combattere le allergie – si spiega – quello che serve sono degli spazi verdi in tutte le città, una riprogettazione delle aree urbane a cominciare da scuole e ospedali. Soltanto a Roma “per le cupressacee nel periodo 2006-2011 l’indice pollinico è passato da 3.000 a 21.000. Stesso andamento per le graminacee con un incremento da 2.000 a 11.000″. La maggior parte delle piante “attualmente presenti nelle città sono altamente allergizzanti”. Realizzazione e gestione di spazi verdi e monitoraggio continuo dei pollini, sono i 3 passi da compiere per mitigare gli effetti di scelte passate. Il monitoraggio dei pollini che tutti i giorni, attraverso la rete del sistema delle Agenzie ambientali Pollnet e la rete dell’Aia Rima (100 centraline) tiene sotto controllo la quantità di polline e spore. Poi una progettazione del verde urbano, con l’utilizzo sistematico di piante non allergeniche (come acacia, acero ippocastano, corbezzolo, palme, agrumi, magnolia, alloro), porterebbe una diminuzione significativa degli allergeni nell’aria. Ed anche un’adeguata gestione dei giardini pubblici e privati. Secondo Federasma dal 1950 ad oggi c’é stato un incremento dal 10% al 30% della popolazione colpita da una manifestazione allergica. Il 10% dei bambini al di sotto dei 14 anni soffre di asma bronchiale, nell’80% dei casi provocata da allergie, mentre il 18-20% soffre di rinite allergica. Ancora, il 10 % presenta dermatite atopica, malattie che riconoscono nell’inquinamento e nel fumo di sigaretta due importanti fattori di rischio. (ANSA).