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Il Lazio è anche terra di buona birra, ed è la prima regione dove otto microbirrifici artigianali e due malterie hanno fatto squadra e, insieme all’Arsial (Agenzia regionale per per lo sviluppo e innovazione dell’agricoltura del Lazio), Assobirra, e Coldiretti Lazio, hanno dato vita a A.Bi – Associazione Birra del Lazio, organismo di promozione che impone agli associati un vincolo territoriale: tre le materie prime almeno il 70% dei cereali deve provenire dal territorio regionale, con l’Arsial che ne controlla la tracciabilità. Made in Lazio dunque l’orzo fornito dalle malterie Sapio e Agroalimentare Sud, ma anche il gruyt, l’ingrediente segreto di tradizione medievale che caratterizza La Zia Ale, la prima birra 100% del Lazio, presentata ieri sera all’enoteca regionale Palatium, in collaborazione con Slow Food Lazio. All’associazione A.Bi Lazio, presieduta da Leonardo Di Vincenzo, hanno aderito i micro birrifici Atlas Coelestis, Birra del Borgo, Birra Turan, Birrificio Ostiense Artigiale, Free Lions, Itineris, Mister Malto, Turbacci, e insieme producono 93 marchi. Ciascun mastro birraio ricondurrà la birra alle tipicità del territorio mettendo nella cotta de La Zia Ale la cicoria, come ha fatto Di Vincenzo a Borgorose, o i carciofi come farà il 3 marzo a Fiumicino il produttore de ‘Na birretta, e poi ci sara’ misticanza e rucola nel gruyt de La Zia Ale. Nel Lazio sono 3 milioni i consumatori di birra, con un consumo pro capite di 28 litri. I dieci micro birrifici (otto già in A.Bi Lazio) muovono un giro d’affari di 3 milioni di euro, un’economia crescente e giovane: il primo brewpub del Lazio è nato nel 1995. Sostegno convinto all’Associazione Birra del Lazio arriva dall’assessore regionale alle Politiche agricole Angela Birindelli: “é la prima associazione del settore in Italia a porre vincoli produttivi e obblighi di tracciabilità. Arriva una opportunità di reddito in più per gli imprenditori agricoli e il Lazio, che è Ogm free, fa da apripista sul concetto di Birra Agricola”. “Siamo di fronte ad un settore in crescita e con forte coesione sociale e con entusiasmo – ha detto il presidente Arsial Erder Mazzocchi – abbiamo promosso una nuova filiera agricola regionale su un prodotto che finora non era legato alla produzione agricola. Nostro compito sarà mettere in contatto mondo della birra con quello agricolo, la promozione, i controlli”. Con A.Bi Lazio “presentiamo birre che raccontano un territorio, in una iniziativa che è innovazione” ha sottolineato il presidente di Coldiretti Lazio Massimo Gargano, che ha firmato il protocollo d’intesa per mandare “un messaggio forte: La Zia Ale è un prodotto di tutti noi, imprenditori agricoli, istituzioni, malterie e artigiani della birra”. “Abbiamo lavorato allincubazione di A.Bi Lazio da oltre un anno – ha spiegato in videoconferenza il presidente di AssoBirra Alberto Frausin – nella convinzione che potrà essere un volano di sviluppo. Un progetto che ci piacerebbe declinare anche altrove e che costituisce testimonianza della vitalità del comparto birraio e dei birrifici laziali, tutti aderenti ad Assobirra che è stata precursore del consumo responsabile”. (ANSA).