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Una nuova spinta alla pesca in Campania. Questo il tema di un convengo organizzato oggi nella sede della Provincia di Napoli. Strumento principale per il rilancio di questa attività, i Fondi europei pesca (Fep) dedicati a un settore che per la Campania è a dir poco strategico. Sono infatti 1.300 le imprese, quasi 3.000 se si considera l’indotto, con un totale di circa 70 milioni di produzione che piazza la Campania al quinto posto tra le regioni italiane. Dall’Europa sono in totale 50 i milioni di fondi dedicati alla pesca. La Regione, da parte sua, si sta impegnando per non farne tornare nemmeno una minima parte a Bruxelles. E i risultati sono già evidenti. “La Campania è prima nel Sud per spesa di fondi europei dedicati” spiega il consigliere del presidente Caldoro per Agricoltura e pesca, Vito Amendolara. Per quanto riguarda i Fep, gli obiettivi sono cinque: l’adeguamento della flotta da pesca comunitaria, l’acquacoltura nelle zone interne con relativa commercializzazione, sviluppo sostenibile delle zone di pesca, assistenza tecnica e misure di interesse comune. Dei progetti Fep fa parte, con scadenza il prossimo 27 marzo, il bando di circa 9 milioni di euro per la costituzione dei Gruppi di azione costiera formati da istituzioni, rappresentanti del settore e rappresentanti dei privati. Sono 4 le zone coinvolte – litorale Domitio-flegreo, area marina di Baia, penisola sorrentina e costiera amalfitana, Cilento e le isole del golfo di Napoli – ognuna con un budget di 1,7 milioni di euro da spendere per migliorare la qualità della vita dei pescatori e per lo sviluppo economico del settore. A questo bando, si aggiungono quelli per la creazione e l’ampliamento degli impianti di acquacoltura con una dotazione complessiva di 15 milioni di euro. Altri 5 milioni di euro saranno destinati alla pulizia dei fondali, al miglioramento delle condizioni di lavoro dei pescatori, al miglioramento della sicurezza alimentare dei prodotti e della filiera ittica. Due milioni di euro saranno per i consorzi di impresa di pesca professionale e per le organizzazioni di produttori, mentre bandi ancora in fase di definizione ci saranno per la pesca costiera con una dotazione di 4 milioni. Infine 2 milioni saranno destinati all’ammodernamento delle imbarcazioni, 5 per valorizzar porti e luoghi di sbarco con la creazione di 57 aree per la vendita diretta dei prodotti ittici e 5 milioni per la promozione e l’avvio di progetti pilota. “La pesca è un’opportunità – dice Amendolara – fino a oggi è stata tenuta in disparte, noi dobbiamo ridurre i costi e migliorare le infrastrutture in modo da farla diventare un settore trainante per l’economia e una grande opportunità occupazionale”. “Ora – dice il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro – devono essere formulati precisi piani di sviluppo per investire in maniera organica ed efficiente le risorse finanziarie destinate al settore”. “Cercheremo – dice il comandante della direzione marittima di Napoli, Domenico Picone – di azzerare i tempi burocratici per tutto ciò che ci riguarda. Un primo importante risultato è la deroga a pescare con lo strascico in zone più vicine alla costa, sempre mantenendo il limite dei 50 metri di fondale”.(ANSA).