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La mortalità degli alveari italiani, denunciata dal mondo dell’apicoltura sin dal 1999 e aggravatasi sin dagli anni 2007-2008, è una grave minaccia ecologica ed economica. Si stima infatti che tramite l’impollinazione le api sostengano la vita dell’84% delle piante e del 75% di quelle di interesse alimentare. Il CRA (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura) tramite il progetto “APENET: monitoraggio e ricerca in apicoltura”, il cui convegno conclusivo si è svolto da pochi giorni a Bologna, ha fatto luce su molti dei fattori che minacciano le api in Italia e ha messo in piedi un attivo sistema di monitoraggio biologico per meglio comprendere quanto sta accadendo nei nostri ecosistemi agli insetti impollinatori per eccellenza.
APENET è un progetto finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e affidato al CRA, che ha coinvolto e messo in rete numerosi enti di ricerca, coordinati dall’Unità di ricerca in apicoltura e bachicoltura (CRA-API) con sede a Bologna. APENET si è concluso ufficialmente a Settembre 2011 e ha consentito di affermare che l’ape, in Italia, è minacciata da molti fattori di stress di tipo biotico ed abiotico che possono agire anche in sinergia, provocando talvolta mortalità di tipo acuto, talvolta intossicazioni subletali oppure interferendo col sistema immunitario degli insetti, facilitando così l’insorgenza di quadri patologici complessi.
I principali fattori di minaccia sembrano essere l’uso degli agrofarmaci nelle pratiche agricole, le pratiche indotte dalle monocolture, i mutamenti del clima, i parassiti e patogeni. Alcuni di questi fattori possono agire insieme e moltiplicare il loro effetto in maniera sorprendente. APENET infatti ha valutato che i neonicotinoidi – prodotti neurotossici usati per la concia dei semi di mais e accusati a livello internazionale di essere la principale causa di morie di api, tanto da essere stati banditi in Italia – nonostante l’apparente poca mobilità (sono infatti adesi alla superficie dei semi), durante la semina vengono dispersi in una nube tossica in grado di entrare in contatto con le api. Anche nei casi in cui non causano direttamente la morte degli insetti, possono agire in maniera più subdola, influenzando negativamente le loro capacità di memoria a breve termine e di orientamento nell’ambiente. E’ emerso inoltre che una dieta proteica a base di polline di mais rende le api più suscettibili all’effetto degli agrofarmaci.
Sul versante parassiti, è stato dimostrato che elevati livelli di infestazione dell’acaro varroa determina, oltre a danni diretti, anche danni indiretti a carico del sistema immunitario dell’ape: a fine stagione, virus potenzialmente letali possono propagarsi nella colonia inducendo il collasso. Il possibile effetto di svariati agenti di stress su alcuni geni del sistema immunitario identificati nella ricerca, potrebbe essere responsabile di incontrollate proliferazioni di virus associati in modo asintomatico alle api, con ovvie conseguenze sulla stabilità e sopravvivenza delle colonie.
APENET, inoltre, è andato anche a vedere cosa succede in campo, dandoci una fotografia dettagliata dello stato di salute delle api nel nostro Paese. Insieme alle Regioni infatti, ha creato una rete di monitoraggio nazionale, costituita da 28 centraline biologiche, formate da alcune decine di alveari ciascuna, per un totale di 1350 alveari distribuiti sul territorio. La rete è stata in grado di vedere “in diretta” cosa accadeva: ha permesso di realizzare un’indagine sistematica dell’andamento e sulla distribuzione geografica delle malattie conosciute e dell’insorgenza delle nuove; ha monitorato la presenza di residui di pesticidi; è riuscita a fotografare le mortalità degli alveari e a creare un database sullo sviluppo degli alveari e il loro stato sanitario in Italia. Il successo di questo sistema di controllo è stato tale che la rete è stata da poco ristrutturata e ampliata con il finanziamento del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
Una sintesi dei risultati del progetto si trova sul sito del CRA alla pagina http://www.reterurale.it/apenet