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Sulle colline medicee pratesi, dove per primo il sangiovese si è sposato con il cabernet dando vita ad un vino con oltre tre secoli di blasone (e tra le più antiche e piccole Docg d’Europa), tra novembre e dicembre si fa festa all’olio, ai fichi secchi e agli altri prodotti tipici della locale enogastronomia. Protagonista assoluta il 28 e 29 novembre 2009 sarà la cioccolata.
Un paese che si trasforma in una grande tavola imbandita, con la classica fettunta, ovvero l’olio nuovo che si accompagna a grandi fette di pane arrostite, i nicci, le fritelle e il castagnaccio prodotto con la farina di castagne o i migliacci con il sangue del maiale. E poi ancora biscotti e tante altre leccornie, da acquistare e gustare sui banchi della fiera o nelle botteghe, pasticcerie, circoli e ristoranti del paese.
L’Antica Fiera di Carmignano era un tempo la classica fiera agricola e di bestiame. Era il momento durante l’anno in cui anche i mezzadri con minori possibilità economiche, donne e uomini che fossero, compravano qualcosa di non strettamente necessario: un ombrello, un paio di pantaloni, una giacchetta, una frusta nuova per il cavallo o il “Superiride” per ritingere i vestiti. Le botteghe si approvvigionavano di mercanzie: sale di soda, segatura, caramelle, cinabrese, spazzole, granate e funi. Per bambini e ragazzi la fiera voleva dire una piccola somma da spendere in dolci e giocattoli.
Oggi “Dicembre con gusto”, curata dalla Pro Loco e dal Comune di Carmignano, è una grande tavola imbandita con tutti i prodotti più tipici della provincia di Prato e del Montalbano, con ospiti di altre regioni che si aggiungono di anno in anno.
Spiccano il vino, l’olio e i fichi secchi del Montalbano, appunto. Ma ci saranno anche biscotti, pasticcini, formaggi, salumi e confetture, castagne e birre artigianali.
Il cabernet, che contraddistingue il vino di Carmignano, è arrivato dalla Francia, dopo che una Medici nel Cinquecento ne è diventata regina. I fichi secchi, almeno nella loro particolarissima ‘confezionatura’ carmignanese – seccati sulle stuole al sole, ‘imbiancati’ con i vapori di zolfo e chiusi con un chicco di anice all’interno – arrivano ancora da più lontano, probabilmente dall’Asia Minore e dalla Libia, dove tuttora si producono in questo modo, giunti forse a Carmignano assieme agli Etruschi che qui hanno lasciato importanti testimonianze. Gli altri prodotti si sono aggiunti nei secoli.