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Il Parlamento europeo ha chiesto misure urgenti per dimezzare entro il 2025 lo spreco alimentare in Europa, dove ogni anno si gettano 89 milioni di tonnellate di cibo ancora commestibile. Se l’Ue non corre ai ripari – ha messo in guardia l’Assemblea europea – nel 2020 gli sprechi saliranno del 40%, ossia a 126 milioni di tonnellate. Inoltre, come già anticipato dall’ANSA, per sensibilizzare i consumatori, gli eurodeputati chiedono che il 2014 sia proclamato “Anno europeo contro gli sprechi alimentari”. Secondo la Commissione europea, la responsabilità del cibo scialacquato è da imputare in primo luogo alle famiglie, con il 42% delle perdite di cui il 60% sarebbe evitabile; seguono con il 39% i produttori (in particolare con i residui che restano in campo), il 14% il settore della ristorazione e, infine, il 5% i rivenditori. Per gli europarlamentari quella ricchezza alimentare non deve andare dissipata, “mentre 79 milioni di cittadini Ue vivono al di sotto della soglia di povertà e 16 milioni dipendono dagli aiuti alimentari”. Per il relatore del testo approvato dall’Assemblea, il deputato europeo Salvatore Caronna (Pd), “non è più possibile stare immobili. E’ una questione etica, ma anche economica e sociale, con grandi implicazioni per l’ambiente”. La palla è ora nel campo della Commissione europea a cui il Parlamento chiede di mette in cantiere una specifica strategia contro lo spreco alimentare introducendo nell’etichetta la scadenza per il consumo, vendendo i prodotti alimentari danneggiati a prezzi scontati, modificando le regole per gli appalti pubblici e delle mense delle istituzioni per favorire i ristoratori responsabili. (ANSA)