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La Francia è finita nel mirino della Commissione europea che l’accusa di non rispettare le regole per la produzione di acquaviti di vino e distillati di vino. E proprio il mancato rispetto di quelle regole, ha provocato una concorrenza sleale nei confronti dell’Italia e degli altri partner europei che – scrive Bruxelles – “hanno perso delle parti di mercato importanti”. Per questo l’Esecutivo Ue, su iniziativa del commissario all’agricoltura, Dacian Ciolos, ha deciso di inviare a Parigi un parere motivato, che rappresenta la seconda tappa della procedura di infrazione al Trattato Ue. Le autorità francesi hanno ora due mesi per reagire, in caso contrario la Commissione potrà adire la Corte di giustizia europea. Il problema risiede nell’autorizzazione data dalle autorità francesi ai loro distillatori di produrre, a titolo sperimentale, delle acquaviti e dei distillati di vino utilizzando i sottoprodotti della vinificazione. L’obiettivo: vendere questi prodotti con la denominazione “acquavite di vino” e “distillati di vino”. Per Bruxelles quella decisione non è conforme né alle regole di definizione, presentazione ed etichettatura di quei prodotti, né alla protezione delle indicazioni geografiche del settore. Parigi è intervenuta vietando alcuni sottoprodotti ma mantenendo la possibilità di distillare a partire dalla feccia del vino, “materia prima – sottolinea la Commissione europea – ottenuta a prezzi derisori a svantaggio degli altri produttori”.