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L’industria alimentare si conferma nel 2011 “uno dei pilastri dell’economia nazionale” del Paese, con 127 miliardi di fatturato (+2,4%), ma con consumi alimentari in calo (-2% in termini reali) a 208 miliardi. Lo calcola Federalimentare che stima, per il 2012, un fatturato del settore in aumento del 2,3% a 130 miliardi, ma un calo della produzione dell’1,2%, del numero di addetti a 406mila (4mila in meno), ed i consumi ancora in calo (-1,6% a valori costanti, con il valore assoluto che sale a 210 mld).
Nel complesso le previsioni 2012 non promettono però nulla di buono”, commenta il presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua Magliani. Che avverte: “Il calo atteso del pil prossimo al -2% e soprattutto il forte ßdrenaggio di capacità di acquisto recato dalle recenti misure fiscali comporterà un’ulteriore erosione delle vendite e della redditività, analoga a quella del 2011″. Preoccupa soprattutto “l’effetto Iva sui prezzi, sia quello già attuato che quello atteso ad ottobre, che la filiera non potrà ammortizzare. La produzione è stimata in calo del -1,2%, mentre i consumi alimentari rischiano di essere ulteriormente penalizzati del -1,6% in termini reali”. E’ atteso in calo anche il numero delle imprese del settore, che, considerando le industriali con oltre 9 addetti, è stimato in flessione da 6.300 del 2011 a 6.250 quest’anno. E’ confermato oltre i 4 miliardi l’attivo saldo commerciale, di 4,4 miliardi nel 2011 (+10%), e stimato in aumento a 5 miliardi nel 2012 (+13,6%). Bene le esportazioni, +10% a 23 miliardi nel 2011, +8,7% a 25 miliardi la stima per il 2012. Importazioni in aumento a 18,6 miliardi nel 2011 (+11%), e stimate a 20 miliardi quest’anno (+8,1%).