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Nei mesi scorsi Confagricoltura Reggio Emilia ha espresso a più riprese ferma contrarietà al progetto di fusione tra il Consorzio Agrario di Reggio Emilia (CAP RE) e quello di Bologna-Modena (CAIP BO-MO).
Dopo la presa di posizione della Coldiretti Modena, schieratasi apertamente a favore della fusione, nella vicenda è intervenuto Gabriele Cristofori, presidente del Consorzio Agrario bolognese, lamentando che i dati di bilancio diffusi da Confagricoltura sarebbero stati riferiti in forma parziale.Ora, con una lettera inviata dal presidente Lorenzo Melioli, Confagricoltura Reggio Emilia replica a Cristofori dimostrando ancora una volta quanto siano fondate le preoccupazioni in ordine alla fusione tra la realtà reggiana, finanziariamente sana, e quella bolognese, non altrettanto florida.
“Reputiamo l’operazione fortemente svantaggiosa per il CAP di Reggio e per l’intero comparto agricolo reggiano – afferma Melioli – sia dal punto di vista economico che per l’inevitabile perdita di influenza dell’agricoltura reggiana. La comparazione tra la situazione finanziaria di Bologna e di Reggio al 31/12/2010 vede un debito netto con banche del CAIP BO-MO pari a 46,6 milioni di euro mentre quello del CAP RE è di soli 2,2 milioni di euro: anche solo questo dato giustifica l’espressione “forte passivo” del CAIP BO-MO rispetto al CAP RE.Se poi analizziamo anche il conto economico si rileva che il CAIP BO-MO nel 2010 ha sostenuto oneri finanziari lordi per 1,95 milioni di euro (1,96 nel 2009) e oneri finanziari netti per 1,63 milioni di euro (1,64 nel 2009), il che dimostra come il ricorso all’indebitamento bancario, per il Consorzio bolognese-modenese sia sistematico.Il CAP RE invece ha sostenuto oneri finanziari nel 2010 per soli 15,7 mila euro (18,5 mila nel 2009) mentre ha percepito proventi finanziari per 345,1 mila euro (378,4 nel 2009) dimostrando che, nella propria gestione, il ricorso all’indebitamento bancario, non solo è del tutto sporadico, ma soprattutto prevale costantemente il segno positivo (anche in misura rilevante) nei saldi dei propri conti correnti bancari”.Secondo Confagricoltura Reggio Emilia, analizzando i bilanci dei due Consorzi si possono fare molte altre considerazioni, valutando anche aspetti patrimoniali ed economici, ma non si farebbe altro che sottolineare sempre di più che la situazione patrimoniale, finanziaria ed economica del CAP RE è molto più sana di quella del CAIP BO-MO.
“Confagricoltura non ha mai descritto il CAIP di Bologna usato il termine “soggetto di incerta solvibilità” – prosegue Melioli – tuttavia è innegabile che la situazione finanziaria del CAP RE appaia di gran lunga migliore di quella del CAIP BO-MO.Confrontando il valore della produzione e i crediti verso clienti emerge chiaro un ulteriore problema, molto sentito dagli agricoltori: il CAIP BO-MO concede ai propri clienti una dilazione di pagamento media di 84 giorni, mentre la rotazione media dei crediti verso clienti del CAP RE ammonta a 130 giorni. Se si esclude dal valore della produzione il fatturato derivante dalla commercializzazione dei prodotti petroliferi (che non è presente in quello del CAIP di BO-MO perché effettuato tramite una società partecipata) la dilazione mediamente concessa del consorzio reggiano sale a circa 160 giorni.In definitiva – conclude Melioli – si può affermare che il CAP RE è oggi in grado di sostenere l’agricoltura reggiana (che fra l’altro ha caratteristiche molto differenti rispetto a quella bolognese) con una capacità di concedere significative dilazioni di pagamento, in ossequio alla finalità mutualistica dell’ente, capacità che domani, a seguito della prospettata fusione, potrebbe non essere più possibile.Anche approfondendo alla luce di ulteriori dati di bilancio la disamina che Confagricoltura Reggio Emilia ha fatto, il giudizio negativo espresso in merito al preannunciato matrimonio non muta affatto anzi, se possibile, si aggrava ulteriormente”.