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La quasi totalità degli italiani non comprerebbe tonno in scatola se sapesse che per pescarlo si usano metodi dannosi per l’ecosistema marino. Lo afferma Greenpeace rendendo noti i risultati del sondaggio “Tonno in scatola, dì la tua” lanciato nel novembre scorso, che ha fatto registrare 25 mila risposte. In base ai dati, il 97% di chi ha risposto non comprerebbe del tonno in scatola se sapesse che per pescarlo si usano metodi che minacciano specie in pericolo come squali o tartarughe. Sempre il 97% ritiene che la generica informazione “Ingredienti: tonno”, riportata in etichetta, non sia sufficiente a far sapere cosa si mangia e non permetta di fare un acquisto consapevole. Per il 46% dei consumatori le aziende non vogliono far sapere che utilizzano tonno pescato con metodi poco sostenibili, per il 27% il problema è che nelle scatolette possono finire anche specie di tonno a rischio, mentre per il 25% nel prodotto si cela la pesca illegale. Sempre secondo il sondaggio, gli italiani chiedono alle aziende produttrici di migliorare su diversi fronti: il 51% le invita a usare solo metodi di pesca sostenibili, il 34% chiede di mettere maggiori informazioni in etichetta e il 13% di promuovere la creazione di una rete di riserve marine. “Il messaggio lanciato dai consumatori alle aziende è chiaro: non vogliono più essere complici ignari della distruzione del mare”, commenta Giorgia Monti, responsabile campagna Mare di Greenpeace Italia, secondo cui “e” ora che il settore del tonno in scatola garantisca piena trasparenza, non utilizzi specie a rischio e si impegni a vendere solo tonno pescato in maniera sostenibile”. (ANSA).