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All’imminente edizione del Vinitaly di Verona – in programma dal 25 al 28 marzo – la vitivinicoltura bolognese ricoprirà un ruolo di prestigio. Infatti, nel corso della cerimonia d’inaugurazione della fiera, in programma domenica 25 alle ore 11 alla presenza, tra gli altri, del Ministro Mario Catania e del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, il bolognese Alessandro Galletti verrà insignito del titolo di “Benemerito della vitivinicoltura italiana 2012” ricevendo uno dei più prestigiosi riconoscimenti nazionali del settore, la Medaglia di Cangrande.
Alessandro Galletti, classe 1940, ingegnere meccanico, prima di dedicarsi al vino ha svolto un’intensa attività industriale prima come dipendente poi come dirigente ed infine come libero professionista fondando una società di consulenza di direzione per lo sviluppo di alcune importanti tecnologie in diversi settori industriali (ceramica, conciaria, impianti per legno, oleodinamica, macchine per movimento terra e stradali) e di trasferimento di tecnologia italiana nel mondo. Dal 1991 si dedica anche all’attività di sviluppo della viticoltura nell’ambito della società famigliare Podere Riosto, sulle colline di Pianoro.
In questo territorio ha realizzato impianti di vigneti specialistici per circa 16 ettari (24 vigneti diversi per tipologie di territorio su 6 diversi cloni, in funzione della tipologia del terreno e dell’esposizione). Inoltre, facendo leva sulle proprie conoscenze ingegneristiche, ha realizzato una prima ristrutturazione della cantina originaria e, nel 2009, una nuova cantina altamente tecnologica.
Con l’aiuto di esperti agronomi ed enologi, Galletti ha dato vita a vini bianchi e rossi di pregio, in particolare il Pignoletto che qui, grazie alla pedologia del territorio pliocenico di Riosto, trova un’espressione caratteristica che lo rende unico.
Nell’ambito della ricerca e dello sviluppo del territorio, Alessandro Galletti ha costituito un gruppo d’esperti per lo studio e per la registrazione della “Vite Centenaria del Fantini”, un vitigno autoctono a bacca rossa ottenuto da un’antica pianta che rappresenta la storia del luogo e della viticoltura bolognese. Nel giugno 2009 la vite è stata registrata al numero 435 del Registro Italiano Vigneti.
«Tutto il lavoro che ho svolto negli ultimi 15 anni in azienda assieme alla mia famiglia e ai nostri collaboratori, è stato principalmente orientato alla crescita dell’impresa e in generale del territorio di Riosto ponendo una grande attenzione all’ambiente e alla tutela del consumatore che, oltre a bere un buon vino, ha tutte le certezze di bere anche un vino eccellente dal punto di vista della salubrità – commenta Alessandro Galletti – Ecco perché abbiamo scelto di applicare la lotta integrata come strumento di difesa delle colture e di utilizzare processi enologici volti alla riduzione sostanziale dell’utilizzo di prodotti chimici e conservanti. I vini di Riosto sono sempre stati conosciuti nella storia di Bologna e, nel XVII secolo, erano addirittura inviati fino a Roma al Papa Benedetto XIV (Cardinale Lambertini). Per non disperdere questa importante storia secolare, parallelamente alla produzione dei classici vini del colli bolognesi, in primis il Pignoletto, abbiamo lavorato molto anche per “riportare in vita” l’autoctona “Vite Centenaria del Fantini”, che in pochi anni ha già dimostrato ottime potenzialità per la produzione di vini rossi fermi e di originali rosè spumanti. E’ l’amore verso la nostra città di Bologna e verso il territorio di Riosto che ci ha impiegato nel tempo e sempre ci impegnerà, perché crediamo fermamente che anche le eccellenze enogastronomiche contribuiscono a valorizzare la nostra bella terra».