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Salvare il mondo delle corse dei cavalli è un’impresa possibile. Ne è convinto il ministro delle Politiche agricole e alimentari, Mario Catania, che oggi ha illustrato ai giornalisti la strategia che il dicastero metterà in atto per risollevare le sorti di un gioco antico e glorioso che negli ultimi anni ha subito duramente la concorrenza dell’universo scommesse e il calo di spettatori. Il piano del ministero è articolato in due fasi ed esclude, secondo quanto ha precisato il ministro in maniera netta, “interventi straordinari pubblici sul piano finanziario”. La prima, immediata, prevede una generale “razionalizzazione” dell’intero settore: il montepremi, ha spiegato Catania, deve essere rivisto al ribasso, devono essere ridimensionati i trasferimenti di risorse dall’Assi (Agenzia per lo sviluppo del settore ippico) agli ippodromi e devono essere tagliati gli sprechi all’interno dell’ente stesso. “Una direzione – ha detto il ministro – sulla quale l’Assi si sta muovendo in modo corretto e concreto”. La seconda fase, da attuare nei prossimi mesi, si suddivide invece su quattro direttive che avranno il compito di “rilanciare in maniera organica il comparto”. Il primo punto é riqualificare il prodotto, restituendo credibilità e appetibilità al gioco nei confronti del pubblico sportivo e degli scommettitori, con interventi sulla giustizia sportiva, ma anche sul piano promozionale. Il secondo, da affrontare insieme al ministero dell’Economia, riguarda un possibile ripensamento sul prelievo applicabile alle scommesse e sulla destinazione della componente prelievo. Il terzo riguarda la modalità con cui l’offerta ippica arriva al mercato, sempre da affrontare in concerto con il ministero dell’Economia. “Lo snodo della gestione scommesse – ha aggiunto Catania – è essenziale” e riguarda anche una rivisitazione complessiva del canale televisivo. Il quarto punto infine, riguarda l’Assi, che va “razionalizzato e reso più efficiente e che dovrà fare la sua parte in questa sfida”. In sintesi, il settore dovrà essere reso capace di rapportarsi con il mercato, offrendo al pubblico un prodotto appetibile. Non sono più tempi, ha aggiunto Catania, “di interventi assistenzialistici da parte del pubblico”. Comunque, ha concluso, “l’Assi ha al bilancio una dotazione di 220 milioni che consentiranno, pur con una dolorosa riduzione, trasferimenti che consentiranno di lavorare. Ovviamente non si può negare la sofferenza del settore e quindi la possibilità che possano esserci anche ricadute sul piano occupazionale”.