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Grazie al ridotto contenuto di grassi e sale e all’elevato valore biologico nutrizionale, le carni e i salumi italiani sono divenuti alimenti insostituibili nella dieta quotidiana e alleati della nostra salute. Lo ribadisce Federalimentare, secondo la quale la strada giusta per combattere le malattie legate al cibo sia il costante miglioramento delle produzioni unito all’educazione alimentare e non il riscorso a “forme di tassazione mascherate”, utili solo a deprimere i consumi. Dal 1996 ad oggi, spiega la federazione riportando i risultati di uno studio dell’Inran e di uno dell’Università della Pennsylvania, la composizione nutrizionale della carne bovina è completamente cambiata ed i contenuti di grasso nei diversi tagli di carne sono quasi dimezzati. Il consumo di carne, inoltre, avrebbe effetti positivi sul controllo dl peso, perché favorirebbe il senso di sazietà e aiuterebbe a prevenire molte alterazioni legate al metabolismo. A titolo di esempio il filetto di maiale ha una percentuale di grasso inferiore al 2%, i lipidi nella lonza suina sono solo il 4,6%, mentre il filetto e la lombata di bovino hanno un tenore in grasso inferiore al 3%. Per i salumi il contenuto di sale si è ridotto dal 4 al 45%, quello degli acidi grassi saturi fino al 40%, mentre i grassi insaturi sono passati dal 30% a oltre il 60% dei grassi totali e le proteine, le vitamine e i sali minerali sono aumentate.