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Ancora nessuna notizia dall’Agenzia delle entrate in merito alla percentuale dell’Iva del 10% o del 21% che verrà applicata per la prima volta sui carburanti dei pescherecci italiani. Lo afferma all’ANSA Ettore Ianì, presidente di Legapesca. Il gasolio utilizzato dal comparto per l’attività in mare infatti, in virtù di una norma comunitaria, passa da uno stato di ‘non imponibilita” (di fatto finora non pagavano Iva sul carburante), all’applicazione di un’aliquota che dovrebbe essere del 10%, come avviene per l’agricoltura e per l’attività di pesca delle acque interne, ma che potrebbe salire fino al 21%. “Concordiamo sul fatto che l’Agenzia delle Entrate – si legge in una nota interna dell’associazione – debba svolgere il propri lavoro di riscossione con precisione chirurgica, ma avremmo gradito che con la stessa solerzia si impegnasse nella risoluzione dei problemi. Non sono informazioni certe bensì illazioni, ma sembra che la risposta dell’Agenzia delle Entrate non giungerà in tempi brevi”. Sulla questione Legapesca fa sapere di aver lavorato con Assopetroli che, a sua volta, ha emanato una circolare in cui “consiglia alle aziende associate l’applicazione cautelativa del 21%, augurandosi che l’Agenzia delle Entrate intervenga per sanare con la massima urgenza l’incongruenza creata da una legge europea che non ha tenuto conto della peculiarità della situazione italiana”. Assopetroli si dice quindi pronta “a restituire la differenza dell’Iva ai pescatori, qualora ci sia la certezza dell’applicazione del 10%”. (ANSA)