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Sono oltre 2.200 (2.215) i Comuni che hanno finora adottato delibere a sostegno del Made in Italy e per chiedere di vietare il finanziamento pubblico di prodotti taroccati fatti all’estero, come il ‘falso pecorino’. A questi si aggiungono 12 regioni, 26 province, 41 Camere di Commercio e altri enti. Questi i dati resi noti dalla ‘alleanza per il Made in Italy’ promossa dalla Coldiretti che, insieme a consumatori, ambientalisti, cittadini manifestano oggi davanti a Roma, davanti Montecitorio. In piazza sono stati portati anche esemplari di caciotta e pecorino prodotti in Romania da una società partecipata dello Stato. “Un esempio eclatante in cui lo Stato favorisce la delocalizzazione e fa concorrenza alle imprese nazionali sfruttando il valore evocativo del marchio Made in Italy che è il principale patrimonio del Paese ma è spesso usurpato, contraffatto e sfruttato” dice Coldiretti. Si tratta di prodotti, spiega l’associazione, realizzati in Romania da Lactitalia Srl con latte rumeno ma commercializzati con nomi e immagini che evocano e sfruttano l’italianità. Lactitalia è una società partecipata dalla Simest, società per azioni controllata dal Ministero dello Sviluppo Economico. Oltre alla concorrenza sleale alle altre imprese e al sostegno alla delocalizzazione, le operazioni a favore dell’Italian sounding, da parte della Simest – prosegue la Coldiretti – determinano danni gravi in quanto bloccano ogni potenzialità di crescita delle imprese italiane a causa della ‘saturazione’ del mercato con prodotti che richiamano qualità italiane senza essere di origine nazionale, impedendo ai consumatori una corretta comparazione. (ANSA).