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“Il ministro dell’Ambiente Clini è partito con il piede sbagliato sugli Ogm. Non condividiamo alcune delle tesi esposte e siamo fermamente convinti che gli organismi geneticamente modificati non servono alla nostra agricoltura diversificata e saldamente legata alla storia, alla cultura, alle tradizioni delle variegate realtà rurali”. Lo afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi. “La nostra contrarietà non è ideologica. Siamo, infatti, convinti che in Italia ed in Europa è possibile produrre colture proteiche libere da biotech, con beneficio per l’ambiente, per la salute, nonché per migliorare il reddito degli agricoltori e degli allevatori”, prosegue Politi, osservando che “il responsabile dell’Ambiente deve sapere che sulla delicata questione dell’utilizzo degli Ogm in agricoltura non ci sono soltanto due organizzazioni agricole, come citato nell’intervista. C’è, invece, un fronte molto più ampio di cui fa parte anche la nostra Confederazione”. “La Coalizione ‘ItaliaEuropa-Liberi da Ogm’, alla quale hanno aderito tantissime associazioni, ha indetto pochi anni fa una consultazione nazionale dove su oltre tre milioni di voti degli italiani, oltre il 99 per cento si è espresso contro gli organismi geneticamente modificati – ricorda la Cia -. Un parere di cui, credo, bisogna tenere conto”. “Questo, tuttavia – aggiunge -, non significa che la nostra posizione sia oscurantista. Da parte della Cia non c’è alcuna preclusione nei confronti della scienza e della ricerca. D’accordo, quindi, con il ministro Clini sulla proposta di una riflessione seria che deve coinvolgere la ricerca e la produzione agricola. Il tutto, comunque, deve essere fatto, ripeto, nel pieno rispetto del principio di precauzione e della tutela delle esigenze peculiari delle produzioni di qualità e tipiche dei territori agricoli italiani”.