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“Dopo la rinuncia della Basf, anche le altre multinazionali seguano l’esempio e abbandonino le colture Ogm che la stragrande maggioranza della gente non vuole”. Questo l’appello della Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza dopo la decisione presa dal gruppo chimico tedesco di interrompere lo studio e la commercializzazione degli organismi geneticamente modificati in Europa. Una scelta fatta, come ha ammesso la stessa Basf, perché “si tratta di prodotti non sufficientemente accettati in numerose regioni in Europa dalla maggioranza dei consumatori, degli agricoltori e dei responsabili politici” e per tale motivo non conviene coltivarli. “Infatti – spiega il presidente della Coldiretti di Milano, Lodi, Monza e Brianza, Carlo Franciosi – quasi due europei su tre (61 per cento) sono fortemente contrari agli Ogm. Si prende finalmente atto che la loro diffusione non è adatta all’agroalimentare europeo, poiché mira a un modello di sviluppo omologante anziché puntare sulla distintività”. “La coltivazione di piante Ogm – spiega Franciosi – non pone solo problemi di sicurezza alimentare, ma anche di carattere ambientale e di difesa della biodiversità soprattutto in un Paese come l’Italia dove, per la conformazione morfologica dei terreni e le dimensioni delle aziende, con la coltivazione Ogm non sarebbe possibile evitare le contaminazioni ambientali. In Europa – conclude la Coldiretti – la superficie coltivata a Ogm si è progressivamente ridotta negli ultimi anni fino ad arrivare, nel 2010, ad appena 91.643 ettari. Su un totale di 27 Paesi dell’Unione Europea solo in 6 è stato coltivato mais Ogm (Spagna, Romania, Slovacchia, Portogallo, Polonia, Repubblica Ceca). Sono invece solo 450 gli ettari coltivati con patata ‘amflora’ da seme, che è presente solo in tre Paesi (Germania, Svezia e Repubblica Ceca). Mentre in Italia la coltivazione Ogm é vietata”. (ANSA)