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In vista dei prossimi appuntamenti per la programmazione della campagna 2012 del pomodoro da industria, Confagricoltura Emilia-Romagna raccoglie le forti preoccupazione giunte dalle proprie aziende produttrici e richiama tutta la filiera agricola, e le Organizzazioni di Produttori (OP) in particolare, a definire programmi di coltivazione coerenti con le realtà di mercato e capaci di salvaguardare il reddito dei produttori.
A tal fine, Confagricoltura ritiene, suo malgrado, indispensabile prevedere una riduzione del 25% delle superfici coltivate a pomodoro, rispetto al 2011. Su questi presupposti – spiega Guglielmo Garagnani, Presidente dell’Organizzazione – occorre chiudere quanto prima l’accordo sul prezzo con gli industriali, consolidando inoltre gli altri elementi di contrattazione, quali i parametri qualitativi, definiti nella scorsa campagna.
Come ogni anno si protrae all’infinito la trattativa sul prezzo mettendo gli imprenditori nelle condizioni di fare delle scelte aziendali al buio. Oltre agli aumenti dovuti all’inflazione – ricorda Confagricoltura – agli imprenditori agricoli peseranno da quest’anno i costi del gasolio alle stelle, l’Imu sui terreni e i costi dei mezzi tecnici sempre più onerosi.
I produttori di pomodoro – evidenzia Garagnani – sono sempre più scoraggiati ed il pericolo è di rinunciare agli investimenti nel settore, soprattutto per la difficoltà ad ottenere credito dalle banche rischiando di interrompere la filiera del pomodoro da industria, fiore all’occhiello del Made in Italy nel mondo.
Una trattativa seria – conclude Garagnani – non può prescindere dai costi di produzione, altrimenti il rischio è di lavorare senza rientrare degli investimenti fatti, com’è già successo negli ultimi anni.