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In tempi di crisi, almeno il clima va incontro ai consumatori. Al Centro Agroalimentare di Roma (Car), che copre circa il 60% della distribuzione cittadina, i prezzi all’ingrosso di frutta e verdura, sono diminuiti anche del 70%. Secondo le rilevazioni post-natalizie, su 15 prodotti monitorati, solo tre sono rincarati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, tutti gli altri sono mediamente più economici. “Anche prodotti tipicamente invernali e di qualità molto elevata come carciofi e cavolfiori – spiegano dal Car -, da un anno all’altro sono ribassati sensibilmente e soprattutto a causa di temperature insolitamente calde in inverno che hanno determinato fenomeni di sovrapproduzione e moltiplicato le quantità disponibili, anche in anticipo rispetto alle stagionalità fisiologiche, finendo nella gran parte dei casi per ridurre i prezzi dei prodotti”. Le uniche eccezioni sono le ‘arance Navel’, le ‘clementine’ e le ‘melanzane’ che risultano più costose. Per il resto, il prezzo all’ingrosso del cavolfiore bianco è passato da 1,19 a 0,29 euro al Kg (-76%), la cicoria-catalogna da 1,90 a 0,55 (-71%), i finocchi da 1,50 a 0,45 (-70%), le pere abate da 1,55 a 0,95 (-39%) e un carcifo ‘tema’ da 0,27 a 0,11. “Nel complesso – spiega l’amministratore delegato della società di gestione del Car, Massimo Pallottini – nella definizione dei prezzi all’ingrosso della frutta e della verdura nella settimana postnatalizia hanno influito, decisivamente, il clima e la disponibilità quantitativa dei prodotti. Nei prezzi rilevati non sono stati ancora recepiti, viceversa, gli ultimi rincari dei costi produttivi in arrivo dalla benzina (con importazioni, trasporti, logistica e movimentazioni merci) e dai recenti sovraccarichi fiscali sulle aziende”. “In qualche caso – prosegue Pallottini – è emersa una certa ritrosia o disaffezione all’acquisto dei prodotti ortofrutticoli tipici degli inverni romani (broccoli e cavoli di grande qualità) che potrebbero derivare da una ulteriore contrazione della spesa alimentare delle famiglie, provocata dalla minore capacità di spesa degli italiani e riflessa proprio a danno dei consumi di prodotti freschi (frutta, verdura e pesce). Oppure, dalla affermazione di modelli di consumo alimentare nuovi, più sbrigativi ed incompatibili con lunghe operazioni di cernita, di pulizia e di preparazione in cucina”. Comunque stiano le cose, il presidente del Car spa Valter Giammaria ha idee chiare: “I nostri manager stanno mettendo a punto con le associazioni dei consumatori un progetto di comunicazione per valorizzare al massimo la spesa alimentare di ‘fresco’ delle famiglie del Lazio tanto a livello di qualità nutrizionali e salutistiche quanto sul piano del valore e della convenienza economica dei prodotti. Al pericolo eventuale e per adesso soltanto ipotetico di un abbassamento dei livelli quanti-qualitativi della spesa alimentare delle famiglie in conseguenza della crisi economica risponderemo puntando sul valore della qualità”. (ANSA).