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Mercoledì 11 gennaio la Cia presenterà una proposta per una legge nazionale di iniziativa popolare che regoli i rapporti tra agricoltura e grande distribuzione organizzata. Ad imporlo, spiega la confederazione, è l’attuale situazione caratterizzata da prezzi dal campo alla tavola che lievitano del 900%, agricoltori sul baratro e consumatori costretti ad acquisti al discount. Ma le colpe non possono essere imputate esclusivamente alla grande distruzione organizzata, anch’essa attraversata da mille problemi; per questo occorre individuare le cause e trovare delle soluzioni adeguate. A questo proposito la Cia ricorda che in molti paesi Ue, come Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, si è attivata da tempo una regolamentazione per organizzare al meglio la filiera agroalimentare, rendere più chiari i meccanismi di formazione del prezzo ed evitare speculazioni ed eccesso di posizioni di ‘monopolio’. D’altra parte in Italia la concentrazione di quote di mercato in mano a pochi gruppi sta causando delle restrizioni alla concorrenza, con effetti negativi su qualità dell’occupazione, protezione ambientale e consumatore finale. Il processo di limitazione della domanda a un numero molto esiguo di centrali d’acquisto e il permanere di una moltitudine di fornitori costituiti da piccole e medie imprese, conclude la Cia, ha determinato una situazione di profondo squilibrio nelle relazioni commerciali tra venditori e distributori.