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Provincia di Modena e Coldiretti unite nella lotta al falso Made in Italy agroalimentare. Con un ordine del giorno presentato dal Presidente Demos Malavasi e approvato all’unanimità, il Consiglio provinciale di Modena ha, infatti, dato pieno appoggio alla mobilitazione di Coldiretti contro “i falsi Made in Italy” che è in atto su tutto il territorio provinciale per denunciare la produzione di alimenti che con marchi e colori richiamano l’italianità, ma che in realtà vengono prodotti all’estero.
“Ringraziamo l’Amministrazione provinciale per l’attenzione e il sostegno alla nostra proposta – afferma il Presidente di Coldiretti Modena, Maurizio Gianaroli-. Il fatto che l’ordine del giorno sia stato approvato con il consenso trasversale di tutte le forze politiche è un segnale inequivocabile sull’importanza della battaglia che stiamo conducendo non solo per le imprese agricole ma a vantaggio di tutto il tessuto economico e sociale italiano che mai come in questo momento ha bisogno di chiarezza e trasparenza.”.
La denuncia – ricorda Coldiretti – prende le mosse dal “caso Simest”, la società partecipata dal ministero dello Sviluppo economico, che finanzia la produzione in Romania di formaggi di pecora da latte rumeno, commercializzati con marchi che richiamano il made in Italy, come “Dolce Vita” e “Pecorino”, e che ha firmato un accordo con una grossa ditta italiana per finanziare negli Stati Uniti la commercializzazione di prodotti della salumeria italiana, con nomi che evocano i prodotti tipici della gastronomia nazionale e delle specialità regionali, come culatello, bresaola, finocchiona, soppressata, ottenuti però con ingredienti, materie prime e manodopera esteri.
“La nostra provincia – continua Gianaroli – vanta un patrimonio agroalimentare di primissimo livello, invidiato in tutto il mondo con la denominazione Parmigiano Reggiano tra le piu’ copiate, il Parmesan diffuso in tutti i continenti e l’Aceto Balsamico Tradizionale imitato in mille modi diversi. Non possiamo permettere che sia proprio lo Stato ad alimentare il furto di immagine ed economico che già è perpetrato quotidianamente a danno delle nostre imprese. Lo abbiamo denunciato tante volte ma stavolta il caso è davvero paradossale perché lo Stato italiano da una parte si attiva per la tutela e il riconoscimento dei prodotti tipici italiani, dall’altra finanzia una società che fa concorrenza sleale agli stessi prodotti. Tutto ciò è ancor più scandaloso in un momento di grave crisi in cui il nostro Paese è alla ricerca di azioni e risorse per il rilancio dell’economia e della crescita occupazionale e con il Made in Italy, in particolare quello agroalimentare, universalmente riconosciuto come straordinaria leva competitiva e di sviluppo del Paese.”
Per queste attività all’estero, Simest – informa Coldiretti – nel 2010 ha stanziato 123 milioni di euro, che in Italia potrebbero rappresentare circa 4.000 stipendi di media entità, oppure avrebbero potuto consentire l’avvio di allevamenti bovini da 200/250 capi creando 500 nuovi posti di lavoro.
L’agroalimentare – ricorda Coldiretti Modena – rappresenta oltre il 16% del Pil nazionale con l’export agroalimentare che raggiunge quasi 28 miliardi di euro e ha segnato, anche durante la crisi, tassi di crescita del 13%. L’Italia è il Paese dei primati nell’agroalimentare per valore aggiunto per ettaro, per la produzione e l’esportazione di vino nel mondo e per la qualità con la Provincia di Modena punta di diamante vantando ben 11 prodotti Dop e Igp, 9 denominazioni di vini Doc e Igt e 28 prodotti iscritti all’albo nazionale dei prodotti tipici.
La mobilitazione di Coldiretti, che sta sensibilizzando tutte le amministrazioni locali, la Provincia, la Camera di Commercio, i Consorzi di tutela, le associazioni dei consumatori e quelle ambientaliste, ha già ricevuto tra gli altri il sostegno del Comune di Mirandola.