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L’Emilia Romagna rischia di rimanere a secco per l’allarme siccità che è scattato dopo un 2011 con piogge ai minimi storici. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti sulla base dei dati Isac – Cnr che ha classificato il 2011 al terzo posto tra gli anni piu’ caldi degli ultimi 2 secoli. Il risultato più evidente – sottolinea la Coldiretti – è una magra straordinaria nel fiume Po. Dopo la mancanza di precipitazioni che ha caratterizzato l’autunno scorso, anche il 2012 – continua Coldiretti – è stato fino ad ora segnato dall’assenza di pioggia che sta provocando un allarme generalizzato sulla situazione dei principali bacini idrici e dei terreni.
A Piacenza, secondo i dati dl consorzio di Bonifica, la situazione delle risorse irrigue della provincia risulta essere nettamente al di sotto delle medie stagionali; infatti i livelli delle dighe di Mignano e di Molato, vere riserve idriche del territorio provinciale, sono rispettivamente a un quarto e a un decimo della media stagionale.
Nella zona di Parma il Po è ad un livello paragonabile a quello del periodo estivo, mentre nella diga di Ridracoli che garantisce la disponibilità idrica in tutta la Romagna ci sono solo 9,3 milioni di metri cubi di acqua, appena un terzo di quella presente normalmente in questo periodo. Se non arrivano presto precipitazioni, il risultato sarà che in queste zone – sottolinea la Coldiretti – la situazione è destinata ad aggravarsi notevolmente con l’arrivo della primavera. Nelle campagne – conclude la Coldiretti – i terreni induriti dalla siccità rendono difficili e molto costose le tradizionali lavorazioni per la preparazione delle semine ma a preoccupare è anche la disponibilità idrica per l’irrigazione delle piante durante la fese di crescita primaverile estiva.