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Al festival di Sanremo l’assenza più grande era quella dei fiori. Paradossale in un luogo, che è identificato proprio come “la città dei fiori”. L’assenza, a quanto è dato sapere, dipenderebbe da scenografi e tecnici che ritengono che l’addobbo floreale stoni con un palco tecnologico e sia di ostacolo per le riprese.“E’ assurdo – denuncia Confagricoltura – che per ubbie del genere, si privi l’economia di una zona vocata e universalmente riconosciuta come una delle capitali della floricoltura italiana di un palcoscenico reale e mediatico come quello del Festival. Non è propriamente quel che si dice concorrere al rilancio dell’economia e sostenere la ripresa.” pensare che il Concerto di Capodanno di Vienna viene trasmesso in mondovisione dalla Sala Dorata di Musikverein dal 1939, con un pubblico di 1 miliardo di telespettatori, in un’apoteosi di fiori che vengono proprio da Sanremo! Senza arrivare alla promozione che si fa negli Usa, dove i prodotti – simbolo dei vari Stati sono addirittura citati sulle targhe delle auto: Florida “Orange State”, California “The grape State”, Alabama “The cotton State”, Georgia “The peach State”, potremmo imparare a valorizzare le nostre eccellenze e a non perdere grandi occasioni come quella del Festival! Il florovivaismo italiano, con una produzione in valore di quasi 4 miliardi di euro, 20.000 aziende e 120.000 addetti, è uno dei settori più importanti della nostra agricoltura e, in particolare, quello della provincia di Imperia e Sanremo, con le sue 3.500 aziende, da solo, contribuisce al 70% della produzione lorda vendibile agricola della Liguria.“In questo momento, tra l’altro – sottolinea Confagricoltura – le aziende floricole stanno attraversando un momento particolarmente difficile, strette tra l’aumento del costo del gasolio, gli effetti della manovra economica, e i danni causati dal maltempo”.