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Torna, il 24 e 25 marzo, la Giornata Fai di primavera dedicata
alla fruizione del patrimonio ambientale, giunta alla ventesima
edizione. Anche in Emilia Romagna, come nel resto d’Italia, si
succederanno incontri, mostre, concerti, feste e visite guidate a beni
spesso difficilmente visitabili o chiusi per il resto dell’anno.
Quest’anno, in occasione della Giornata Fai (Fondo ambiente italiano)
viene inserita per la prima volta l’apertura dell’ex monastero della SS.
Annunziata di Tredozio. Su richiesta del Fai la Regione Emilia-Romagna
ha indicato questo bene, il cui recupero è stato oggetto di
un’attenzione particolare da parte dell’amministrazione regionale, che
ha stanziato per il suo recupero 1 milione e 800 mila euro.
Nell’agosto 2011 è stata sottoscritta un’Intesa operativa tra la Regione
Emilia-Romagna, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la
Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e il Comune di Tredozio, grazie
alla quale viene finanziato il lotto del restauro e recupero degli
ambienti posti al primo e al secondo piano dell’ex Monastero,
consentendone non solo il recupero e la salvaguardia, ma anche la
predisposizione di un’area destinata a ristoro e la sistemazione di un
comparto destinato alla ricettività. Questo permetterà una fruizione più
ampia del complesso, prevedendone l’utilizzo come centro studi
residenziale con spazi multimediali per mostre (sia fisse sia
temporanee) e convegni.
Le iniziative in Emilia Romagna sono state presentate oggi a Bologna,
nella sede della Regione, presenti tra gli altri l’assessore regionale
alla Cultura, Massimo Mezzetti, il sindaco di Tredozio, Luigi Marchi, il
responsabile culturale della Regione Vincenzo Vandelli e, per il Fai, la
presidente regionale Marina Senin Forni e i capo delegazione di alcune
province.
L’assessore Mezzetti ha ricordato “l’importante e impegnativo recupero
dell’ex monastero di Tredozio, un luogo veramente magnifico”, e ha
quindi sottolineato come “la Giornata sia l’occasione per poter
apprezzare meglio quale straordinario patrimonio sia a disposizione di
un Paese che, tristemente, non ne fa l’uso più proprio ma neanche più
intelligente. Ringraziamo dunque il Fai – ha aggiunto Mezzetti – che
aiuta a tenere viva l’attenzione su questi tesori che potrebbero essere
anche occasione di occupazione e lungimirante investimento, per esempio
nel settore del turismo culturale, che in questi ultimi anni ha avuto
uno sviluppo enorme e non ha ancora esaurito la sua capacità di
espansione”.
Il monastero della SS. Annunziata di Tredozio
L’anno presunto di fondazione del monastero della SS. Annunziata è il
1060. Nel 1563 vi si trasferirono 14 suore domenicane. Nel 1810
Napoleone soppresse gli ordini monastici e le suore dovettero
abbandonare il convento che, privato di ogni attività, fu messo in
vendita e acquistato dalla famiglia Fabroni originaria di Marradi. Nel
1986 la famiglia Fabroni vende il convento al Comune di Tredozio.
Dopo l’acquisto il Comune e la Soprintendenza ai Beni Culturali ed
ambientali di Ravenna, hanno iniziato un lungo lavoro di restauro
conservativo dell’immobile, tutt’ora in corso grazie a finanziamenti
pubblici e privati (Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì). Nel piano
terreno del fabbricato e nell’ex Chiesa, restaurata grazie ad un congruo
investimento della Soprintendenza di Ravenna, si tengono annualmente
concerti, eventi e mostre, in particolare nel periodo invernale la
mostra dei presepi.
L’edificio religioso è situato all’inizio del paese, sulla sinistra del
fiume Tramazzo per chi viene da Faenza. Il fabbricato, che colpisce per
le sue vaste dimensioni e la sua struttura a ferro di cavallo rivolto
verso il monte e la corte interna, si sviluppa su tre piani fuori terra,
per un totale di circa 100 vani con una superficie utile di circa mq
3.600. La superficie coperta di circa mq 1300 si articola attorno ad un
cortile ed è circondato da una cinta muraria, che racchiude una porzione
di terreno di circa mq 6.200, che sommati a quelli prospicienti il
fabbricato creano una pertinenza di circa un ettaro.
Al piano terra erano ubicate la foresteria, il porticato interno, la
chiesa, il refettorio, le cantine e altri spazi di servizio. Al piano
primo e al piano secondo vi erano le celle e i servizi della clausura.
Il monastero della SS. Annunziata è legato anche alla vita di Silvestro
Lega, il grande artista macchiaiolo nato a Modigliana nel 1826. Il
pittore infatti trovò qui un approdo sicuro in diversi momenti della sua
vita, grazie al rapporto che lo legava alla famiglia Fabroni, allora
proprietaria del monastero.