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Vini non biologici, senza solfiti e sostanze chimiche ma equilibrati e dal gusto ineccepibile. E’ la nuova tecnologia realizzata dall’imprenditore Alessandro Capodicasa a base di scarti della pigiatura delle uve. Si tratta dei coadiuvanti biologici Aliwine che consentono di ottenere una vinificazione senza solfiti aggiunti da qualsiasi tipo di vitigno. Sono complessi polifenolici da tannini di vinacciolo che, applicati nelle tre fasi classiche della vinificazione prima dell’imbottigliamento, sostituiscono conservanti e stabilizzanti chimici tradizionali nel settore alimentare. “Il punto di forza per il vino”, spiega Capodicasa appassionato enologo ma anche intollerante ai solfiti, titolare dell’azienda produttrice”, è la capacità di cancellare i problemi di intolleranza e allo stesso tempo migliorare le caratteristiche organolettiche e sensoriali del vino, aumentandone integrità e consistenza”. Dal punto di vista della certificazione, pur non essendoci una legislazione specifica per prodotti agroalimentari ‘chemical free’, Aliwine, spiega l’imprenditore, consente al vino di essere sotto i limiti previsti dalla legge di 10 mg/litro di solforosa nel vino. Quanto al mercato, su Aliwine stanno già scommettendo produttori in Svizzera, Francia, Spagna e Italia, ma anche canadesi, americani e cinesi dove inizia a svilupparsi una sensibilità diversa sui temi legati alla salute. Un’offerta che, secondo l’imprenditore, deve essere differenziata nei confezionamento, per permettere al consumatore una scelta più consapevole. (ANSA).