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GRAVE MORA AGLIANICO DEL TABURNO ROSSO DOC 2006 AZ. AGR. FONTANAVECCHIA DI LIBERO RILLO TORRECUSO BN medaglia oro 2011
Tutto il territorio di Torrecuso è adagiato in collina e va dalle sponde del fiume Calore alle pendici del monte Pentime del comprensorio del Taburno con una fascia che comprende anche Torre Palazzo. II terreno è ben soleggiato e si presta bene alla coltura della vite. Negli ultimi decenni è stata incrementata la produzione di altri vitigni tipici quali: Falanghina, Coda di volpe e Greco, tutti inseriti nel disciplinare Taburno D.O.C.
Questo Rosso proviene da uve 100% Aglianico,le migliori uve dell’azienda selezionate e raccolte in cassette
Vinificazione In rosso a temperatura controllata con fermentazione di circa 30 giorni
Affinamento di 2 anni di cui 13 mesi in barriques di rovere francese
colore rosso rubino più o meno intenso, tendente al granato con l’invecchiamento;
Odore: caratteristico, gradevole, persistente; Sapore: asciutto leggermente tannico, che tende al vellutato con l’invecchiamento; L’area di produzione comprende 13 comuni, tutti nel Sannio
Il vitigno (l’antico Ellenico) è molto diffuso tra la costa campana e quella adriatica, ma in questa zona presenta alcuni aspetti degni di nota: l’allevamento è ancora a cortina semplice, secondo il sistema che la popolazione sannita apprese dagli Etruschi (e non secondo la coltivazione in ordine sparso importata dai Greci).
Etimologia: Il nome deriva da Ellenikon, latinizzato in Ellenico, e successivamente trasformatosi, nel corso dei secoli, in Aglianico. Origini: Si tratta di un vitigno originario della Magna Grecia. Dai Romani veniva utilizzato per migliorare il Falerno, vino assai noto e celebrato nell’antichità. Col tempo la sua fama crebbe, fino a diventare il vino preferito dai signori del Regno di Napoli. Diffusione: Coltivato in tutta la regione, l’Aglianico è alla base della produzione del Taurasi Docg, nella provincia di Avellino, e della Doc Aglianico del Taburno, nel Beneventano. È presente anche in Basilicata, nel Molise e in alcune province pugliesi. Ambiente: È un vitigno difficile, che richiede lunghi periodi di maturazione per smussare le sue tipiche spigolosità. Nel Sannio beneventano e sugli alti colli dell’Irpinia la tipologia dei terreni, unita a fattori climatici, permette a queste uve di esprimersi al meglio. Storia: La tradizione viticola della Campania ha origini antichissime. All’epoca dei Romani i vini di questa regione godevano di una indiscussa supremazia, a detta di autori come Orazio, Varrone e Plinio, che ne celebrano le lodi sia in trattati agronomici, sia in poesia
abbinato ai piatti di Un’Itàlia:
Piatto n. 130 Laina e fasuli -Proposto da: Proloco Casali di Faicchio