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SANTÀRI FIANO DI AVELLINO DOCG 2008 FILADORO GIUSEPPA LAPIO AV medaglia argento 2011
Il Fiano di Avellino è un vino DOCG la cui produzione è consentita nella provincia di Avellino.
L’indicazione della denominazione di origine controllata e garantita Fiano di Avellino può essere accompagnata dalla menzione tradizionale di origine classica Apianum.
Furono i Greci a portare in Italia l’originario vitigno del Fiano, la “Vitis Apicia”: le prime viti furono piantate a Lapio, una localita’ che prese il nome dall’uva, il comune dove tutt’ora si produce il Fiano. A sua volta, il nome “Vitis Apicia” o “Apina” deriva dalla caratteristica, proprio di quest’uva dal dolce profumo, di attirare sciami di api nelle vigne. Da Apina derivo’ “Apiana” e da questo “Afiana”, quindi Fiano. Un tempo era un vino dolce, leggermente frizzante; oggi il Fiano di Avellino DOCG è un vino bianco secco, intenso, elegante e strutturato, adatto anche all’invecchiamento. I terreni interessati dalla DOC si trovano in 26 comuni della provincia di Avellino: l’Irpinia offre un clima mite in estate ma rigido d’inverno, giornate calde e notti fredde, suoli argillosi e fertili.
Trattasi di un vitigno a buccia bianca, coltivato maggiormente nel Comune di Lapio nella provincia di Avellino, è ritenuto autoctono e d’origine antica; il nome “Latino”, come viene a volte indicato, in alcune località, fa supporre che la sua coltivazione risalga ad epoca romana.
Dalla Storia Naturale di Plinio si apprende che: << …. le api hanno dato il nome a quelle, che si chiamano apiane , perché questi animali ne sono molto ghiotti. Di queste ve ne sono due sorti: e queste ancora si cuoprono di lana. Sono differenti, perché l’una matura più tosto, ma l’altra non indugia però molto. Il vino loro da principio è dolce, e poi con gli anni piglia il brusco, e diventa rosso>>, ed ancora <<…è certo, ch’egli si fa d’uva, che i greci chiamano Stica, e noi Apiana>>. (6,7,16,21).
Le prime notizie sul vitigno Fiano, compaiono nella prima metà del XIII secolo, invero, nel registro di Federico II (di Svevia) si legge l’ordine d’acquisto di tre salme di vino Fiano.
Altre notizie, riguardanti il Fiano, risalgono al regno di Carlo II d’Angiò, infatti, dal libro
delle spese della Casa Reale, emerge che il Re dà incarico di raccogliere sedicimila viti di Fiano e di spedirle nella sua tenuta di Manfredonia
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abbinato ai piatti di Un’Itàlia:
Piatto n. 07: Pettole e fagioli con cotiche di maialino casertano-Proposto da: Hosteria Via Trentola 1
Piatto n.132 Broccoli e fagioli -Proposto da: ProLoco Casapesenna
Piatto n.134 Pasta e fagioli con le cozze-Proposto da: villa rosalia eventi